Le lingue costituiscono una parte essenziale della nostra vita quotidiana. Oltre ad essere il nostro più efficace strumento di comunicazione, garantiscono l’integrazione sociale di un popolo e ci aiutano a preservare la nostra identità e le nostre tradizioni.
Più di ogni altro aspetto culturale, le lingue ci dicono chi siamo, come ragioniamo e da dove veniamo ma, nonostante il grande valore che gli attribuiamo, ogni giorno ci sono lingue che continuano ad estinguersi ad un ritmo impressionante.
Attualmente esistono più di 6.000 lingue diverse nel mondo ma la stragrande maggioranza di queste (circa il 96%) viene parlato soltanto dal 3% della popolazione mondiale. Si tratta prevalentemente di lingue parlate da popoli indigeni che sono proprio quelle a maggior rischio di estinzione.
Gli specialisti stimano che il 50% di queste lingue si estinguerà entro la fine del secolo. Un danno incalcolabile per tutto il genere umano se si pensa al bagaglio di storie e tradizioni che rischierebbero di andare perdute per sempre.
Già, perché ogni lingua ha delle caratteristiche che la rendono unica e che ci mostrano l’infinita versatilità del cervello umano: alcuni idiomi hanno solo 11 suoni diversi, altri arrivano ad utilizzarne 118.
Per non parlare degli infiniti vocaboli della grammatica che questi suoni, combinati tra loro, ci restituiscono: un patrimonio inestimabile che, senza adeguate misure per affrontare questo problema, andrà perduto minando la preziosa risorsa delle diversità linguistiche nel mondo.
Ma quali effetti avrebbe questa perdita sulla popolazione mondiale?
La lingua è uno strumento fondamentale per la vita di ognuno di noi. Contribuisce a costruire la nostra identità, la nostra cultura, le tradizioni, le memorie. Oltre a permetterci di comunicare e di integrarci, è anche un mezzo essenziale per comprendere una cultura: dalla mitologia all’arte, ai modelli di cambiamento meteorologici, o persino ai segreti medicinali, la condivisione delle conoscenze è essenziale per lo sviluppo umano.
Insieme ad una lingua che scompare si perde l’identità di un popolo, la sua essenza. Immagina di non poterti più esprimere nella tua lingua madre. Immagina che nessuno altro utilizzi le tue stesse parole per descrivere il mondo. Senza la lingua non esiste un popolo ed è per questo motivo che bisogna lottare per preservare conoscenza e storie che altrimenti svanirebbero. Ma non solo…
“La scienza medica perde potenziali cure; i pianificatori delle risorse e i governi nazionali perdono la saggezza accumulata nel corso dei secoli sulla gestione delle risorse marine e terrestri in fragili ecosistemi.”
Queste parole di Nancy Rivenburgh, professoressa ordinaria al Dipartimento di Comunicazione dell’Università di Washington, Seattle ci fanno capire quanta importanza rivestano le lingue anche come risorsa per combattere le minacce ambientali che potrebbero spazzare via il nostro pianeta.
Insomma, senza le diversità linguistiche si perderebbe un patrimonio di valore inestimabile per garantire pace e sviluppo nel mondo. Proprio per questo motivo sono state attuate varie misure per mantenere vive le lingue e le relative culture. L’UNESCO, ad esempio, ha proclamato il 2019 l’Anno Internazionale delle Lingue Indigene (IYIL2019), per sensibilizzare le persone sull’importanza di iniziare ad agire per tutelarle.
Coltivare una dimensione interculturale, creare una cultura dell’incontro e del dialogo è proprio uno degli scopi che animano la mission di Soget Est.
Tradurre significa anche preservare le diversità linguistiche, favorendo l’incontro tra culture e facendo in modo che, insieme ad un testo, venga trasmesso anche tutto il bagaglio di storia e conoscenze che quel testo porta con sé. Tutto ciò contribuisce a formare un nuovo territorio comune, nel quale ciascuno mette del proprio, frutto delle diversità che abbiamo tutti il compito di tutelare.