Il mondo arabo è caratterizzato da un’ampia varietà di dialetti nati da una potente evoluzione linguistica, frutto di una forte influenza storico-culturale. 

Ma queste forme dialettali, che presentano notevoli differenze di pronuncia e vocabolario, nascono dall’arabo classico che pare risalire al IV secolo d.C. circa. 

Questo articolo vuole offrire una panoramica approfondita rispetto alle lingue e ai diversi dialetti arabi, evidenziando una straordinaria varietà linguistica

Un ponte tra il mondo arabo antico e quello moderno, testimonianza concreta di una ricchezza culturale, in costante evoluzione.  

Comprendere queste differenze linguistiche aiuta a immergersi in modo totale anche nella storia araba e nelle tradizioni di un’area geografica, vasta e dalle mille sfumature. 

L’arabo classico, una lingua con radici profonde nella cultura islamica

Sono oltre 400 milioni le persone che, attualmente, parlano la lingua araba, distribuite tra Medio Oriente e Nordafrica. 

L’arabo classico è la lingua riconosciuta di 25 paesi e territori, dal Maghreb al Golfo Persico, ed è una delle 6 lingue ufficiali delle Nazioni Unite.  

La sua storia è molto lunga e affonda le radici nella cultura islamica: è infatti la lingua del Corano, nonché della liturgia musulmana.  

L’Islam ha influenzato in modo significativo il processo evolutivo linguistico a partire appunto dalla scrittura del libro sacro, redatto attraverso una forma linguistica raffinata da cui deriva la variante standard usata oggi. 

Dove si parla l’arabo? Oggi è la lingua ufficiale o co-ufficiale di diversi paesi tra cui:  

  • Nord Africa: Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Mauritania, Sudan; 
  • Medio Oriente: Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Bahrein, Kuwait, Oman, Yemen, Iraq, Siria, Giordania, Libano, Palestina; 
  • Africa Orientale: Somalia, Gibuti, Comore;

L’arabo oltre il mondo arabo

L’arabo ha una notevole influenza a livello globale, per esempio, all’interno della fitta comunità musulmana. 

La lingua del Corano viene infatti utilizzata, ogni giorno, nelle pratiche religiose, anche in paesi non arabi, come Turchia, Iran, Pakistan, Indonesia, e tra le comunità musulmane in Europa e America. 

Anche presso alcune comunità delle aree dell’Africa subsahariana (come Ciad, Mali, Niger e Senegal) viene utilizzato nell’istruzione religiosa.  

Tuttavia l’arabo non è l’unica lingua con una forte presenza nel continente africano. Convive infatti con le lingue africane più parlate, che riflettono la straordinaria diversità culturale del continente. 

Infine, le comunità arabe emigrate in Europa (precisamente in Francia, Spagna, Italia, Germania, Regno Unito), nelle Americhe (Stati Uniti, Canada, Brasile, Argentina) e in Australia continuano a preservare la lingua araba come parte della loro identità culturale

I tre livelli della lingua araba: tra tradizione e quotidianità

La lingua araba presenta tre livelli, vediamoli insieme.  

L’arabo classico di cui abbiamo parlato in precedenza, ovvero il Fusḥā, la forma usata nella scrittura, dai media e nei contesti più formali. Sintassi e grammatica sono complesse, ma chi legge in arabo, indipendentemente dalle origini, saprà coglierne il significato. Non a caso, è spesso considerato tra le lingue più difficili al mondo per chi non è madrelingua. 

L’Āmmiyya, ovvero l’arabo parlato, ricco di forme e sfumature che possono variare in base alla zona geografica e, addirittura, di città in città. La grammatica flessibile e il vocabolario in costante evoluzione fanno dell’Āmmiyya una lingua non scritta ufficialmente, ma parlata in film, usata nei social media e, in generale, nelle conversazioni informali.  

Se te lo stai chiedendo, no non è semplicemente uno slang, ma un vero e proprio sistema linguistico con grammatica, lessico e fonetica distinti dall’arabo classico (Fusḥā).  

Mentre lo slang è un fenomeno lessicale all’interno di una lingua, l’Āmmiyya è un’intera variante linguistica parlata dell’arabo. 

I dialetti, infine, variano notevolmente di regione in regione e rappresentano una ricchezza culturale, un mosaico di contaminazioni e tradizioni

Cosa influenza i dialetti arabi? Un’analisi tra storia, geografia e cultura

Innanzitutto, occorre premettere che le varianti dialettali sono influenzate, come anticipato, da fattori di carattere geografico, culturale e, ovviamente storico.  

Ecco un’analisi dettagliata. 

Il ruolo della geografia nei dialetti arabi

Posizione, transito e presenza di diverse etnie hanno influito molto sullo sviluppo dei diversi dialetti. 

Vediamo quali fattori hanno contribuito: 

  • clima e ambiente: tra le comunità nomadi si sono sviluppati dialetti diversi; 
  • aree costiere: le zone portuali, come Beirut ad esempio, hanno subito influenze dovute al transito di persone di diversa provenienza, vedendo la nascita di dialetti distinti; 
  • distanze: le zone maggiormente isolate, come le montagne del Marocco, per esempio, hanno sviluppato e in seguito conservato forme dialettali molto forti.  

Fattori culturali: l’influenza della società sui dialetti arabi 

Anche i fattori culturali hanno permesso a queste affascinanti varianti linguistiche di svilupparsi, vediamo meglio nel dettaglio. 

  • Religione e istituzione: accanto all’arabo classico, che viene divulgato e studiato ancora attraverso scuola e pratica religiosa, convivono dialetti locali caratterizzati da una forte identità; 
  • urbanizzazione: la nascita delle città ha visto la convivenza di popoli provenienti da aree geografiche differenti. Ciò ha portato ad una vera fusione di dialetti diversi. In campagna, per contro, vediamo persistere ancora forme della lingua assai più antiche;  
  • media: cinema, TV, social media, musica hanno contribuito alla diffusione di alcuni dialetti. Ne è il chiaro esempio il dialetto egiziano che, grazie alla sua massiccia presenza nei media, è uno dei più compresi nel mondo arabo. 

Fattori storici: come la storia ha plasmato i dialetti arabi

Ecco quali fattori storici hanno contribuito alla formazione dei diversi dialetti: 

  • espansione islamica: tra il IV e l’VIII secolo d.C., la diffusione dell’Islam ha visto una conseguente espansione linguistica in diverse regioni. Ciò ha determinato una vera fusione tra arabo e le lingue autoctone; 
  • migrazioni tribali: anche gli spostamenti di diverse tribù hanno contribuito a mescolare diverse varianti linguistiche; 
  • influenze dialettali: sono diverse le lingue che hanno “contaminato” i dialetti arabi, e più precisamente persiano, italiano, francese, turco e berbero.  

Le principali varianti dialettali dell’arabo: un viaggio tra le diverse regioni 

I dialetti arabi possono essere raggruppati in 5 gruppi, analizziamoli nel dettaglio: 

  1. dialetto egiziano: anche detto maṣri è parlato in Egitto e Sudan. Come espresso in precedenza, è il più diffuso ed è facilmente comprensibile. Ha subito l’influenza di francese, italiano, copto (il dialetto della zona intorno alla città di Akhmim – la Panopoli dei Greci) e turco; 
  1. dialetto del Golfo: si parla in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Qatar, Oman, Bahrain. Detto khaliji presenta influenze persiane ad alcune caratteristiche dell’arabo classico. Viene usato nella comunicazione informale; 
  1. dialetto levantino: tipico di Libano, Siria, Giordania e Palestina, è anche conosciuto come shāmi ed è comprensibile tra arabi provenienti anche da regioni diverse. Ha subito influenze turche e francesi e viene usato, soprattutto, nella musica e nelle serie TV; 
  1. dialetto maghrebino: tipico di Tunisia, Libia, Marocco, Algeria e Mauritania è chiamato anche darīja e, nel tempo, ha subito l’influenza del francese, dello spagnolo, del berbero e dell’italiano. La pronuncia risulta più contratta e vede l’eliminazione di alcune vocali, caratteristiche che lo rendono meno comprensibile da chi parla altri gruppi dialettali; 
  1. dialetto mesopotamico: parlato in Iraq e in alcune zone della Siria, è chiamato anche ‘amāra o baghdadi e presenta influenze curde, persiane e turche, dettaglio che riflette una storia multietnica. Si distingue per particolari suoni e strutture grammaticali che lo rendono diverso dagli altri dialetti arabi. 

Una lingua tra cultura, tradizione e opportunità 

La varietà dei dialetti arabi è la tavolozza di un coloratissimo quadro in cui diverse comunità e identità sociali si valorizzano costantemente attraverso le loro differenze culturali, tenendo come riferimento unico le stesse radici.  

Un viaggio nelle sfumature di una costante evoluzione che descrive la storia millenaria di un legame tra popolo e tradizione.  

L’arabo è una lingua di immenso valore culturale, ma non solo. 

Offre anche tantissime opportunità di carriera ed è ampiamente utilizzata nei settori del commercio internazionale, della diplomazia, dell’intelligence, del giornalismo e del turismo. 

Per una traduzione in arabo accurata e professionale, è fondamentale affidarsi a esperti del settore in grado di coglierne tutte le sfumature linguistiche. 

In definitiva, la lingua araba continua a evolversi, mantenendo viva la sua eredità storica e aprendosi a nuove opportunità globali.