Tra fedeltà e adattamento: capire quando (non) scegliere la traduzione letterale 

Oggi la traduzione ha un ruolo fondamentale: quello di abbattere le barriere linguistiche consentendo una comunicazione efficace e autentica tra persone di etnie e culture diverse. In un mondo sempre più interconnesso, tuttavia, non tutte le traduzioni sono efficaci e sicuramente una delle più discusse è quella letterale, ossia il processo di tradurre parola per parola cercando fedeltà verso il contenuto originale.  

Ti è mai capitato di leggere traduzioni dal contenuto strano, a volte buffo?  

Questo accade perché il traduttore incaricato del lavoro può aver riportato, in modo fedele, ogni parola perdendo il significato delle espressioni nel passaggio da una lingua all’altra.  

Questo articolo vuole spiegare cosa significa tradurre davvero in modo letterale, quando ciò può costituire un vantaggio e quando, al contrario, potrebbe rappresentare un ostacolo o, addirittura, un problema. Incontreremo esempi, rischi comuni e differenze culturali da considerare oltre ad alternative sicuramente più flessibili, come l’adattamento o la localizzazione.  

L’obiettivo? Offrirti una visione chiara e concreta di come funziona la traduzione, ben oltre il semplice trasferimento parola per parola. 

Cos’è la traduzione letterale e quando si utilizza

La traduzione letterale prevede di tradurre un testo cercando di mantenerne intatta la struttura originale, la sintassi e, talvolta, anche la punteggiatura della lingua di partenza. Si tratta di una tipologia di traduzione particolarmente efficace in ambiti che prevedono un’elevata precisione terminologica, tra cui testi giuridici, manuali d’uso, documenti tecnici.  

In questi casi è d’obbligo garantire la coerenza dei termini facilitandone la comprensione professionale, senza trasmettere stile né emozione.  

A esempio, la traduzione di articoli scientifici prevede accuratezza e uniformità, ma oltre queste aree di applicazione, tradurre letteralmente potrebbe rivelarsi una trappola, vediamo perché. 

I limiti della traduzione parola per parola 

La traduzione letterale può garantire coerenza ma può anche creare problemi se applicata a contesti per i quali è prevista una certa sensibilità culturale e libertà espressiva. E così diventa semplice e comune imbattersi in situazioni che portano a:  

  • incomprensione: il lettore potrebbe non cogliere il reale significato del contenuto; 
  • distorsione: parole tradotte fuori contesto potrebbero alterare l’intento originale; 
  • ridicolizzazione involontaria: alcune traduzioni letterali possono risultare comiche, imbarazzanti o addirittura offensive. 

Ci sono alcune espressioni idiomatiche che potrebbero portare la traduzione a perdere di significato, ecco gli esempi più comuni in lingua inglese: 

  • “It’s raining cats and dogs” – in italiano “Sta piovendo cani e gatti”, in realtà significa “Piove a dirotto”; 
  • “Break a leg” – in italiano letterale “Rompi una gamba”, in realtà significa “In bocca al lupo” oppure “Buona fortuna”; 
  • Piece of cake” – in italiano “Un pezzo di torta”, in realtà “Un gioco da ragazzi”; 
  • “Under the weather” – in italiano “Sotto il tempo”, in realtà significa “Non sentirsi bene”; 
  • Walk in my shoes” – in italiano “Cammina nelle mie scarpe”, in realtà “Mettiti nei miei panni” 

In lingua francese, tra i numerosi esempi, troviamo, “Appeler un chat un chat”, “Chiamare un gatto un gatto”, che in realtà vuole significare “Dire pane al pane, vino al vino” mentre in spagnolo “Tirar la casa por la ventana” letteralmente “Buttare la casa dalla finestra” significa “Fare le cose in grande, spendendo senza limiti”

Potremmo trovarne a centinaia, citando ogni lingua, dall’italiano al giapponese, a dimostrazione di come, una traduzione eseguita parola per parola, possa alterare completamente il messaggio che si vuole veicolare.  

Queste frasi funzionano solo nel loro contesto linguistico e culturale, e tradurle letteralmente le rende inutilizzabili o addirittura ridicole. Ed è proprio qui che si vede il valore di un traduttore esperto, capace di interpretare e adattare il significato alla lingua target. 

Dalla pubblicità al fraintendimento: il rischio delle traduzioni letterali 

Alcune delle traduzioni più emblematiche hanno fatto la storia delle “gaffe internazionali” a livello promozionale.  

Un esempio? Il famoso caso di Pepsi in Cina, dove lo slogan “Come alive with the Pepsi Generation” è stato tradotto in modo troppo diretto come “Pepsi riporta in vita i tuoi antenati” suscitando imbarazzo e perplessità.  

Il claim voleva invece invitare a sentirsi parte di uno stile di vita giovane, dinamico, moderno, una sorta di “Sentiti pieno di vita con la generazione Pepsi”. 

Tradurre non è solo un esercizio linguistico, ma uno sforzo culturale che vede un significato delle parole, ben oltre il dizionario. Le espressioni sono collegate a contesti, usi ed emozioni nonché a codici sociali che possono cambiare radicalmente, di Paese in Paese. 

Una traduzione letterale non è quindi sufficiente, ma serve la capacità e l’elasticità mentale di adattare il messaggio per il pubblico di destinazione, considerando sempre le più svariate sfumature linguistiche e culturali.  

Questo processo si chiama localizzazione, e rappresenta uno degli aspetti più delicati e strategici del lavoro di un traduttore professionista. 

Traduzione letterale: quando evitarla? 

Abbiamo visto che nei contesti scientifici e tecnici la traduzione letterale è la scelta migliore, in altri casi può davvero compromettere l’efficacia del messaggio. Parliamo di ambiti in cui il coinvolgimento emotivo, lo stile narrativo e il valore simbolico delle parole sono fattori chiave, come per esempio:  

  • nella letteratura, dove ritmo, intenzione e tono contano più delle parole; 
  • nella pubblicità, dove l’obiettivo è colpire il pubblico target; 
  • nella comunicazione interculturale, dove sensibilità e le diverse sfumature possono fare la differenza. 

In questi casi il traduttore deve essere capace di andare oltre il testo, restituendo l’effetto originale, non le parole. 

Nel cinema troviamo esempi di come quest’arte sia stata messa in pratica, come “Mamma, ho perso l’aereo” traduzione di “Home alone” oppure “L’attimo fuggente”, riadattamento di “Dead Poets Society”. 

Traduzioni fai-da-te e il rischio di sbagliare anche con le buone intenzioni 

Le traduzioni “fai da te” sono altrettanto pericolose, come il caso di un B&B italiano che, entusiasta di accogliere i turisti internazionali, decide di occuparsi personalmente delle traduzioni, lasciando in ogni camera un presente di benvenuto accompagnato da un biglietto che cita testualmente “Rest in peace“. 

L’intento è certamente quello di augurare un buon riposo ma il messaggio, tradotto alla lettera “Riposa in pace” è in realtà tipico delle epigrafi funebri. 

 Un piccolo errore di traduzione che dimostra quanto sia importante conoscere non solo le parole, ma anche il loro uso culturale, il contesto e le sfumature, dettagli che, nella traduzione professionale, fanno la differenza. 

Tradurre o comunicare? Il ruolo del traduttore tra adattamento e localizzazione

Adattamento e localizzazione sono gli alleati più flessibili: il primo consente di riformulare il messaggio mantenendone intatto l’effetto sul pubblico, allontanandosi dalla forma originale; la localizzazione è invece un processo più ampio che consente di adattare i testi, le immagini e i contenuti a un nuovo contesto linguistico e culturale, tenendo conto di codici locali, toni e aspettative diverse. 

Basti pensare a slogan, giochi di parole o brand naming (ovvero il processo creativo e strategico che coinvolge la creazione di un nome efficace e riconoscibile per un marchio) dove tradurre letteralmente può annullare l’efficacia del messaggio originale.  

Tradurre un sito web, invece, richiede una profonda comprensione dei mercati, di partenza e target, di come comunicano i brand e di quali scelte linguistiche siano più efficaci. Se ti interessa approfondire questo aspetto, puoi consultare questa guida completa su come tradurre un sito web.  

Il ruolo del traduttore richiede pertanto un ampio spettro di conoscenze, competenze culturali, settoriali, ma anche comunicative. Un buon professionista sa scegliere l’approccio giusto creando l’equilibrio ideale tra creatività e fedeltà, traducendo davvero senza mai perdere di vista chi leggerà

Oltre la parola: tradurre per farsi capire 

Abbiamo visto come tradurre non significhi semplicemente sostituire una parola con la medesima in una lingua diversa, bensì valorizzare le sfumature attraverso contesti e codici diversi. Se in alcuni ambiti la traduzione letterale è la scelta vincente, in altri rischia di generare confusione ed errori anche molto gravi.  

Scegliere l’approccio migliore diventa quindi imprescindibile, a volte con rigore, altre con creatività; affidarsi a professionisti qualificati ed esperti è la soluzione. Soget Est offre un servizio di traduzione professionale e personalizzato, in grado di adattarsi a ogni contesto linguistico e culturale. 

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