Lingue in Cina: quante e quali sono e perché è importante conoscerle
La Cina è un paese vastissimo, con una superficie di circa 9.6 milioni di km² e una popolazione di oltre 1.4 miliardi di persone, ecco perché sostenere di “parlare la lingua cinese” non è certamente abbastanza.
Oltre al mandarino standard, ovvero la lingua ufficiale parlata da circa il 70% dei cinesi, esistono da sette a dieci principali varianti dialettali, oltre a centinaia di idiomi regionali, alcuni vere e proprie lingue parlate da milioni di persone.
Conoscere un patrimonio linguistico così ricco e importante rappresenta non solo una curiosità culturale, ma può essere un reale vantaggio per chi lavora con la Cina, nonché una chiave utile a comprendere quali lingue si utilizzano nelle varie regioni, comunicando in modo efficace, senza fraintendimenti e con consapevolezza e responsabilità.
Questo articolo ha l’obiettivo di fare chiarezza rispetto a quante e quali lingue si parlano in Cina, spiegandone le differenze e dando indicazioni utili a chi desidera un approccio efficace e professionale con questo Paese.
Oltre il mandarino: le principali lingue parlate in Cina
Considerare la lingua cinese come un’entità unica è un errore assai grave, in quanto il termine “cinese” funge unicamente da scatola all’interno della quale alloggiano una vasta quantità di varietà linguistiche, talvolta diverse al punto da risultare mutualmente difficili da comprendere.
Innanzitutto, è opportuno saper distinguere il mandarino dal cantonese, per fare maggiore chiarezza:
- mandarino: è una delle innumerevoli varianti della lingua cinese, scelta come lingua ufficiale, utilizzata nelle scuole, dai media, nella pubblica amministrazione e nel contesto di comunicazioni istituzionali;
- cantonese: è un’altra importante varietà linguistica cinese, parlata soprattutto nella regione del Guangdong, a Hong Kong, Macao e tra molte comunità cinesi all’estero. Assai diverso dal mandarino per vocabolario, suoni e struttura grammaticale, può essere determinante nelle comunicazioni in ambito istituzionale o commerciale delle aree di riferimento.
Esistono altre lingue e dialetti locali noti tra cui:
- lo shanghainese (Wu), diffuso nella zona di Shanghai e della provincia del Jiangsu;
- il min (soprattutto nella provincia del Fujian e a Taiwan),
- l’hakka, parlato da una minoranza etnica con vasta diaspora.
Si tratta di varianti diverse al punto da risultare incomprensibili tra loro, tanto da dover ricorrere all’utilizzo del mandarino standard.
Una curiosità storica? La standardizzazione del Mandarino (Putonghua) come lingua ufficiale fu una scelta politica della Repubblica Popolare Cinese, fondata nel 1949 da Mao Zedong. Basato principalmente sul dialetto di Pechino, mirava a promuovere l’unità nazionale e la comunicazione in un paese vastissimo e linguisticamente frammentato.
Cinese semplificato e cinese tradizionale, le differenze: non solo una questione grafica
Un aspetto che potrebbe creare confusione riguarda la scrittura del cinese, che prevede infatti due sistemi distinti:
- il cinese tradizionale, ancora in uso a Hong Kong, Macao e Taiwan, prevede i tratti originali, complessi e numerosi. Lo si può trovare anche all’estero, presso le comunità di emigrati risalenti a prima degli anni ’50;
- il cinese semplificato introdotto ufficialmente nella Repubblica Popolare Cinese a partire dagli anni ’50 per aumentare l’alfabetizzazione. È il sistema attualmente utilizzato in Cina continentale, Singapore e Malesia.
Sebbene rappresentino la medesima lingua orale, entrambi gli idiomi mostrano differenze significative nella scrittura che cambia in modo evidente, un dettaglio da considerare attentamente quando si elaborano traduzioni destinate a platee diverse.
La straordinaria varietà linguistica cinese, tra dialetti e idiomi
La Cina è, senza dubbio, uno degli Stati più multilingue al mondo, caratteristica che riflette una notevole complessità geografica ed etnica. Un contesto così variegato solleva spesso domande su quale sia la lingua più difficile da imparare, ma se vuoi approfondire l’argomento, leggi questo articolo dedicato.
L’autorevole Ethnologue (catalogo enciclopedico delle lingue del mondo) afferma che, attualmente, in Cina è possibile individuare oltre 290 lingue diverse, alcune usate da milioni di persone, altre a rischio di estinzione, ma tutte facenti parte di un’incredibile ricchezza linguistica.
Le lingue cinesi, in generale, appartengono alla famiglia sino-tibetana, che include il mandarino standard e altre varietà, tra cui anche lingue parlate da diverse minoranze, come lo yi.
Questa famiglia si caratterizza per l’uso di toni (ovvero variazioni di altezza della voce che cambiano il significato di una parola – in mandarino, ad esempio, “ma” può significare madre, cavallo o fungere da rimprovero a seconda del tono), la struttura isolante (cioè con poche inflessioni grammaticali) e una grande varietà di suoni.
Troviamo rappresentanze delle famiglie altaica, tài-kadai, mongolica, tungusa e indo-europea, un chiaro segno della varietà etnolinguistica dell’intero Paese.
Ci sono inoltre 56 minoranze etniche riconosciute che parlano prevalentemente:
- uiguro: una lingua turca usata nella regione autonoma dello Xinjiang;
- tibetano: diffuso nella Regione Autonoma del Tibet e nelle aree limitrofe;
- zhuang, lingua tai parlata principalmente nel Guangxi;
- mongolo: parlato nella Mongolia Interna;
- coreano, riconosciuto in alcune zone nordorientali
Esistono infine altre lingue, tra cui Miao, Yi, Kazako, Dai, Tujia, Bouyei, Dong e numerose altre lingue parlate in regioni montane o remote, spesso da popolazioni con forte identità culturale.
Bilinguismo e salvaguardia delle lingue locali
Il governo promuove l’insegnamento bilingue nelle scuole delle minoranze etniche attraverso programmi che combinano mandarino e lingua locale (ad esempio tibetano, uiguro, zhuang).
Supporta la creazione di materiali didattici specifici e la formazione di insegnanti qualificati e, favorisce lo sviluppo e l’attività di istituti e università dedicate allo studio e alla tutela delle lingue minoritarie.
Sono inoltre attive iniziative mediatiche e culturali volte a preservare la diversità linguistica, tra cui canali radiofonici e televisivi in lingua locale, pubblicazioni e festival etnici.
Per esempio, la televisione statale CCTV offre canali in diverse lingue delle minoranze, mentre le università cinesi hanno dipartimenti dedicati allo studio e alla ricerca di queste lingue.
Tradurre per il mercato cinese: l’importanza di distinguere tra le varianti linguistiche
Tradurre in cinese significa assumersi una responsabilità specifica con la totale consapevolezza di rapportarsi a un mosaico di lingue e dialetti diversi oltre a sapere per chi si sta traducendo, distinguendo chiaramente il cinese da altre lingue asiatiche con cui spesso viene confuso, come il giapponese o il coreano.
A tal proposito, se vuoi approfondire le differenze tra cinese e giapponese, puoi leggere questo articolo dedicato.
Questo è il primissimo passo per evitare fraintendimenti ed errori grossolani, anche in ambito commerciale.
Ignorare queste differenze potrebbe causare una serie di errori con conseguenze a effetto domino che potrebbero coinvolgere diversi aspetti, tra cui la localizzazione dei contenuti, il packaging, la documentazione tecnica, le campagne di marketing fino a impattare significativamente sull’immagine aziendale e sull’efficacia dell’intera comunicazione.
Ecco perché è importante affidarsi a professionisti della traduzione che conoscono le differenze tra lingua scritta e parlata, tra cinese semplificato e tradizionale, e tra le diverse varietà linguistiche presenti nel Paese.
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Comunicare con la Cina: perché serve un servizio linguistico su misura
Comunicare in modo efficace con il variopinto mercato cinese è possibile, ma unicamente affidandosi a un partner che proponga il servizio linguistico più adatto sulla base della regione geografica, del tipo di contenuto e soprattutto sulla base del target di destinazione.
Un esempio? Il mandarino semplificato, come già specificato, si adatta bene a traduzioni ufficiali e contesti scolastici, istituzionali e aziendali della Cina Continentale. Tuttavia, in aree come Hong Kong, Macao o nelle comunità cinesi all’estero, potrebbe essere necessario optare per il cantonese o altri dialetti in base al contesto e al pubblico.
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